Dopo i fatti di via Zara, si è accesso un dibattito sulle cause e sulle situazioni. Partendo dalla certezza che la manutenzione viene fatta periodicamente e chi afferma il contrario sta semplicemente dicendo il falso, occorre portare l'attenzione sul come evitare che si possano ripetere situazioni analoghe. Certamente una discussione sui confini delle zone a rischio idrologico dovrà essere aperta perchè pare impossibile che solo la parte di Tradate inserita nel parco Pineta sia a rischio e tutto il resto della città no.
Su questo argomento interviene Maurizio Alberti, consigliere e presidente della Commissione Ambiente e Territorio:
Quanto è successo in questi giorni a Tradate a seguito dei temporali mi spinge a scrivere queste righe per esprimere qualcosa che da molto tempo sospettavo. Tutta la parte alta di Tradate in caso di forti piogge scarica un'enorme quantità di acqua verso la città.
L'amministrazione precedente, ben consapevole del problema che ha creato molti allagamenti negli anni scorsi, ha provveduto ad effettuare opere di deviazione e scolmatura che hanno ridotto notevolmente i disagi ma non ha risolto il problema, rinviandolo, poiché scegliendo di continuare ad effettuare costruzioni in maniera scriteriata in questa zona critica, ogni costruzione in più, riversa nei condotti fognari una enorme quantità d'acqua ed il sistema a valle, in occasione di forti piogge, letteramente “esplode” e ogni costruzione in più toglie terreno buono per assorbire l'acqua che non trovando "sfogo" scende scorrendo sopra le strade trascinando detriti vari.
Molti erano gli avvisi del disastro, dagli allagamenti in villa Inzoli, alle case costruite nell'acqua in via costa del re, dai vuoti di terreno creati sempre in Villa Inzoli segnalati dal signor Lovo, ai tombini esplosi.
La mia perplessità nasce innanzitutto dall'analisi della mappa del rischio idrogeologico che “stranamente” segue pedestremente il confine del Parco Pineta, come se i pericoli fossero solo là. L'altra mia forte contrarietà è il proseguire delle costruzioni in via Broggi, via Inzoli ed non si sa quando in via Rigamonti. Tutte scelte della passata Amministrazione ma che noi ora dobbiamo rivedere alla luce di quanto successo.
Non sono solo paure di ambientalisti, sono disastri annunciati, come nelle altre parti d'Italia. Sarebbe bello poter fare una moratoria delle costruzioni ed un ripensamento completo delle opere. Esse potranno proseguire solo se si ha a disposizione un impianto adeguato e non credo che la riparazione di 100 metri di via Zara possa risolvere il problema.
Ci aspettano nella parte alta qualcosa come circa un centinaio di nuove abitazioni. Chi ha il coraggio di dire che non esiste problema?
Direi che di segnali la natura ne ha dati molti, ci avviamo verso un periodo di recrudescenza dei fenomeni meteorologici, ora tocca a noi evitare disastri futuri, come rivedere i confini delle zone a rischio idrologico e riducendo e limitando la nuova ondata di cemento.
Dott. Maurizio Alberti
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